Il Tribunale di Palermo rimette nuovamente la questione dell’ indicizzazione delle pensioni davanti alla Corte Costituzionale
Il deposito dei nostri primi ricorsi nasce sotto una buona stella: il tribunale di Palermo rimette nuovamente la questione dell’ indicizzazione delle pensioni davanti alla corte costituzionale.
Nello stesso giorno in cui sono stati depositati i primi ricorsi innanzi alla Corte dei Conti di Roma, Di Trieste, di Genova, di Firenze, dell’Aquila, di Bari e Catanzaro, il Tribunale di Palermo sollevava nuovamente la questione di legittimità costituzionale del decreto 65/2015, quello per capirci del Bonus Renzi(per i pochi fortunati che lo hanno ricevuto).
Ma andiamo per ordine.
IL DEPOSITO DEI PRIMI RICORSI
Come vi avevamo comunicato abbiamo atteso che la legge Finanziaria per il 2016 venisse definitivamente approvata e al rientro della pausa festiva abbiamo cominciato a collezionare i ricorsi per tutti coloro i quali hanno inviato la documentazione entro il 30 novembre. Nei prossimi giorni appena ci verrà comunicato da parte delle segreterie delle varie Corte dei Conti e dei Tribunali l’ effettuazione della iscrizione del fascicolo nel registro del ruolo generale ed il relativo numero, invieremo a ciascuno di Voi formale comunicazione via mail unitamente ad una copia del ricorso.
Poichè siete tantissimi contiamo di depositare tutti i ricorsi nei prossimi giorni.
Possiamo anticiparvi fin d’ora che la prossima tornata di ricorsi per quelli che hanno inviato la documentazione da dicembre 2015 a fine febbraio 2016 avverrà intorno alla metà di marzo 2016.
Il TRIBUNALE DI PALERMO: il decreto Renzi e il nuovo blocco della rivalutazione delle pensioni di nuovo davanti alla Corte Costituzionale
Nello stesso girono in cui inviavamo i primi ricorsi il Tribunale di Palermo, in sede di prosecuzione del precedente giudizio che era stato sospeso per la prima rimessione degli atti alla Corte Costituzionale sfociata nella nota sentenza 70/2015, ha nuovamente sollevato la questione di legittimità costituzionale del decreto Renzi e rimesso nuovamente gli atti davanti alla Corte Costituzionale.
La notizia è di rilievo assoluto perché rappresenta il primo tangibile riconoscimento del fatto che avevamo ragione a insistere e a consigliare tutti a proporre ricorso.
Adesso non possono esserci più dubbi da parte di nessuno: tutti devono fare ricorso prima che la Corte Costituzionale si pronunci perché solo in tal modo potranno essere certi che, in caso di accoglimento da parte della Corte Costituzionale l’eventuale nuova norma non si applichi ai giudizi pendenti.
Dal nostro canto insisteremo presso tutti i Giudici ove presenteremo i ricorsi ( praticamente tutti i Tribunali e le Corti dei Conti Italiane) affinché rimettano anche lor la questione davanti alla Corte Costituzionale anche per gli ulteriori motivi non rilevati dal Tribunale di Palermo.
Nei prossimi giorni appena avremo copia originale dell’ordinanza del Tribunale di Palermo la commenteremo e cercheremo di capire quali siamo gli ulteriori profili da sottoporre alla Corte Costituzionale non sollevati dal Giudice palermitano.
Vi invitiamo a dare massimo risalto e comunicazione a questa importantissima notizia perché tutti siano consapevoli della grandissima opportunità che gli si è aperta e si attivino nel proporre il ricorso prima della udienza davanti alla Corte Costituzionale che molto probabilmente si terrà entro l’anno.
Vi terremo come sempre aggiornati sugli sviluppi.
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