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Blocco rivalutazione pensioni: quali effetti per le nostre tasche?

Avete mai pensato agli effetti del blocco della rivalutazione delle pensioni (2023-2025) sulle tasche dei pensionati italiani, sul loro potere di acquisto e sul risparmio per il Governo?

15/10/2024

Abbiamo trovato interessante un' analisi a cura del Dipartimento Previdenza della CGIL e dello SPI-CGIL e vogliamo condividerla con voi

Questa analisi approfondisce l'impatto del taglio sulla perequazione delle pensioni, introdotto dalla Legge di Bilancio 2023 (legge 197/2022, art. 1, commi 309-310), che ha temporaneamente modificato il meccanismo di indicizzazione per il biennio 2023-2024. Viene esaminata anche la Legge di Bilancio 2024 (legge 213/2024) e le possibili conseguenze di una proroga del taglio nel 2025.

Meccanismo di rivalutazione ordinario

Secondo la legge 388/2000, modificata dalla legge 160/2019, il sistema di perequazione si basa su fasce di importo lordo delle pensioni, con i seguenti tassi di rivalutazione:

  • 100% del tasso di indicizzazione per pensioni fino a 4 volte il minimo;
  • 90% per pensioni tra 4 e 5 volte il minimo;
  • 75% per pensioni superiori a 5 volte il minimo.

Modifiche introdotte per il biennio 2023-2024

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto un nuovo sistema di perequazione, con aliquote variabili a seconda dell'importo. Per gli anni 2023 e 2024, le pensioni sono state suddivise in sei fasce con tassi di rivalutazione ridotti rispetto al regime ordinario:

  • Fino a 4 volte il minimo (2.102,52 € nel 2023): 100% del tasso di indicizzazione.
  • Tra 4 e 5 volte il minimo (2.102,52 € - 2.626,90 €): 85%.
  • Tra 5 e 6 volte il minimo (2.626,90 € - 3.152,28 €): 53%.
  • Tra 6 e 8 volte il minimo (3.152,28 € - 4.203,04 €): 47%.
  • Tra 8 e 10 volte il minimo (4.203,04 € - 5.253,80 €): 37%.
  • Superiore a 10 volte il minimo: 32%, ridotto al 22% dalla legge 213/2024.


    Stima-del-taglio-pensioni.png


Risparmi per lo Stato

Il taglio ha generato un risparmio per lo Stato di 3,5 miliardi di euro nel 2023 e 6,8 miliardi di euro nel 2024. Su un periodo di dieci anni (2023-2032), il risparmio lordo stimato è di 61 miliardi di euro, mentre la riduzione netta della spesa pensionistica, al netto degli effetti fiscali, è stimata a 36,8 miliardi di euro.

Spesa-pensionistica.png

Proiezioni per il 2025

Nel caso di una proroga del taglio nel 2025, il tasso di indicizzazione subirebbe ulteriori riduzioni. Con un'inflazione stimata all'1,5%, le pensioni verrebbero ulteriormente penalizzate. Per esempio, una pensione lorda di 2.300 euro nel 2022 subirebbe una perdita complessiva di 685 euro lordi nel 2025, con impatti maggiori per pensioni di importo più elevato.

Perdite cumulative nel triennio 2023-2025

Le perdite nette complessive nel triennio variano a seconda dell'importo della pensione:

  • Una pensione netta di 1.732 euro perderebbe 968 euro.
  • Una pensione netta di 2.029 euro vedrebbe una perdita di 3.571 euro.
  • Una pensione netta di 2.337 euro subirebbe una perdita complessiva di 4.487 euro.

Impatti sull'attesa di vita

Considerando un'aspettativa di vita media di 83,8 anni per gli uomini e 85,6 anni per le donne, si stima che, per una pensione netta di 1.732 euro nel 2022, il mancato guadagno netto sull'intera vita sarà di 8.772 euro per un uomo e di 9.541 euro per una donna. Per importi superiori, le perdite aumenteranno in modo significativo.

Effetto-taglio-sull-attesa-di-vita-media.png

Quindi....

Il taglio della rivalutazione delle pensioni avrà effetti duraturi e significativi sulle entrate pensionistiche, con impatti particolarmente gravi per le fasce di pensionati con trattamenti medio-alti. Queste riduzioni rischiano di compromettere il tenore di vita di molti pensionati per anni a venire.

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