Nel mirino dell’INPS le pensioni del comparto sicurezza: sono troppo alte!
Un dossier dell’INPS mette sotto accusa i pensionati statali del comparto sicurezza: PRENDONO TROPPO!!
Nove pensionati su dieci, tra ex carabinieri, poliziotti, vigili, finanzieri, forestali, prefetti e uomini dell’esercito, ricevono assegni di importo quasi doppio rispetto a quello giustificato dai contributi versati.
Ricalcolando i loro trattamenti con il metodo contributivo, il 90% subirebbe una decurtazione tra il 40 e il 60%.
A rivelarlo è un dossier dell’INPS sulle pensioni del personale del comparto Difesa, sicurezza e soccorso pubblico, diffuso nell’ambito dell’operazione trasparenza lanciata dal presidente Tito Boeri. Il focus riguarda vigili del fuoco, corpi di polizia, forze armate e carriera prefettizia e penitenziaria, per un totale di 536mila iscritti alla Cassa.
Il dossier mette in evidenza che i lavoratori di quei settori maturano il diritto alla pensione a 57 anni e tre mesi con 35 anni di contributi versati, e quanti al 31 dicembre 2011, avevano già raggiunto la massima anzianità contributiva prevista, possono lasciare il lavoro a 53 anni e tre mesi.
“I lavoratori del comparto sicurezza inoltre hanno diritto, in relazione alla natura del lavoro svolto, a maggiorazioni che consentono di accedere alla pensione più rapidamente. Le maggiorazioni sono previste per esempio per chi presta servizio al confine, in volo o svolge “impieghi operativi”. Dal 1° gennaio 1998 l’accredito di queste maggiorazioni è stato comunque limitato a un massimo totale di cinque anni.” ( fonte: Il Fatto Quotidiano)
Speriamo di sbagliarci ma il vero obiettivo di Boeri è molto probabilmente quello di un ricalcolo del trattamento pensionistico attuale di tutti i pensionati con una riduzione per determinate fasce.
Chiamatelo contributo di solidarietà o come volete l’ effetto finale sarà certamente la riduzione dell’assegno mensile del pensionato. Altro che rivalutazione, quella l’hanno già tolta!
Speriamo di essere pessimi profeti!
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