Pensioni, tassazione, fuga all’ estero.

Tra le mete scelte dai pensionati italiani e non solo per il clima mite c’è il Portogallo, un paradiso dalla tassazione nulla per i pensionati “residenti non abituali”. Un sogno che diventa realtà se si pensa a quanto la categoria è “vessata” in Italia: decenni di blocco della rivalutazione, tagli e contributi di solidarietà rinnovati da ormai quasi 15 anni, lo Stato ha bisogno di soldi? Si fa cassa sui pensionati, poco importa se poi i soldi si usano – o i fondi si trovano- per reddito di cittadinanza o ultima tra le news: taglio del cuneo fiscale. Ed invece, in Portogallo, se se si diventa residenti non abituali –  status che si conquista con 183 giorni trascorsi nel paese- per 10 anni si viene esentati dalla tassazione sulla pensione. L’INPS versa il rateo pensionistico lordo e lo Stato Italiano non effettua alcun prelievo fiscale. Giusto per fare un esempio: un assegno di 5mila euro, che in Italia è tassato fino al 40 il che comporta che all’erario venga “regalata” una somma fino a 2mila euro, in Portogallo resta integro nelle tasche del pensionato.

Ma anche dai sogni prima o poi ci si sveglia: il Partito Socialista a cui appartiene il premier Antonio Costa ha presentato un emendamento alla legge finanziaria portoghese per l’anno 2020 per modificare il regime dei cosiddetti «residenti non abituali» introdotto nel 2009. L’ emendamento chiede che venga introdotta una tassa  del 10% sulle entrate previdenziali di questa categoria di “residenti” e come si legge nell’ emendamento “ ora è richiesto il pagamento di una tassa del 10%, fatta salva l’opzione di includere ed eliminare la doppia imposizione internazionale”.

La misura si applicherà solo ai nuovi arrivati e non sarà retroattiva. Sembrano quindi salve le pensioni e le tasche dei circa 3000 i pensionati italiano presenti in Portogallo, a cui si aggiungono gli altri pensionati europei.